giovedì 26 maggio 2011

Momenti più belli nei film

Rocky IV (Flashback)



Green Street Hooligans (Scena Finale)


Armageddon (Scena Finale)


La Guardia del Corpo (Scena Finale)


Titanic

Assignment 6: Pubmed

Prima domanda: cos'è PubMed?? Risposta: E' un database contenente informazioni sulla letteratura scientifica biomedica.
Passo 2: e quindi?? Quindi, se ho capito bene, funziona un pò come un motore di ricerca; inserendo un termine medico che interessa, PubMed trova tutti gli articoli ad esso inerente. In effetti, ad una prima ricerca, i risultati ottenuti sono molti, troppi e si rischia di non trovare precisamente quello che si cerca. Ma niente paura, anche per i più discomputerizzati non è difficile: in alto infatti è presente una casella con scritto "Limiti". Cliccandoci notiamo che si aprono tutta una serie di "filtri" attraverso i quali possiamo scremare la nostra ricerca: linguaggio, data di pubblicazione, sottoinsiemi ecc........
Esempio: da piccolo ho sofferto del Morbo di Osgood Schlatter, molto comune ai ragazzi in crescita. Vado quindi nella casella della ricerca e lo inserisco. Mi appaiono 189 risultati, probabilmente sono riuscito a trovare l'unica patologia con pochi articoli. 189 sembrano tanti ma, per fare un esempio, se clicco nella ricerca AIDS, ne appaiono 179617.........un capellino di più.
Comunque ripartiamo dai nostri 189. Ancora è un pò vaga come ricerca perchè io potrei essere interessato a un articolo pubblicato da un medico italiano. Vado nei limiti e seleziono "italian" nella casella "Language". Da 189 si passa a 7. La mia ricerca ora è già molto più facile. E' ovvio che in questo caso, pescando a caso, ho scelto proprio un argomento non molto trattato e quindi già partivo avvantaggiato, ma anche nei casi più complicati e col maggior numero di articoli, basta selezionare più limiti (a seconda di quello che si cerca in modo specifico) e non sarà così difficile giungere alla meta.
L'unica cosa che un pò mi disturba è il fatto che quasi tutti gli articoli siano in inglese. In effetti è giusto così perchè è la lingua mondiale, vorrà dire che dovrò aggiornarmi io per poter usufruire al meglio di Pubmed in un futuro spero non troppo lontano.

mercoledì 25 maggio 2011

CR7

Non è un codice, non sono lettere o numeri messi a caso. Semplicemente Cristiano Ronaldo, la perfezione. Nella vita ogni uomo ha i propri idoli, le proprie stelle a cui si ispirano, siano essi uomini politici, sportivi, attori o quant’altro.
Per me è lui.
E’ ovvio che, amando e praticando il calcio fin da bambino, non potevo che pescare in quell’ambiente. Perché il calcio può essere solo uno sport, 22 cretini che corrono dietro ad una palla, violento, corrotto, ma solo chi lo ama lo può capire fino in fondo.
Cosa c’è di più bello di condividere gioie e dolori con dei compagni di squadra, di sentire persone che ti incitano e credono in te, di sapere che sei un punto di riferimento di tanti bambini e ragazzi………Perché nel calcio e nei tifosi vale la regola dell’amare incondizionatamente. Non ci sono motivi validi, ma quando un giocatore ti colpisce, non smetterai mai di volergli bene.
Torniamo a noi. Perché CR7?? Direi che uno dei motivi che ha fatto nascere questa passione è il fatto che io sia da piccolo un grande sostenitore del Manchester United. E allora andiamo a quell’estate del 2003. Non avendo niente da fare mi piazzo sul divano in un pomeriggio afoso. C’è un’amichevole tra Manchester United e Sporting Lisbona. Tra le fila dello Sporting figura un ragazzo, poco più che diciottenne, additato da molti come una grande promessa per l’avvenire, già da due anni titolare nella sua squadra. Gel sui capelli, ciuffo biondo, buccola enorme all’orecchio: suscita già la mia attenzione.
In partita fa praticamente quello che vuole, dribbla, tira, scatta, corre……………..A 18 anni sei già un fenomeno. E se ne accorgono anche i giocatori del Manchester, soprattutto i più rappresentativi che chiedono espressamente al manager di acquistare il baby prodigio. E così Ronaldo giunge a Manchester, sponda United, quella che conta, raccogliendo il numero e l’eredità di un giocatore che lì era diventato una leggenda: David Beckham. Non male!


La Premier League è sicuramente il campionato più bello e spettacolare ma anche il più duro. Non è facile ambientardi ma quando hai una personalità devastante, quando nei geni hai di essere il più forte, puoi fare quello che vuoi.

Dice di lui un’altra leggenda dello United, George Best: “Ci sono stati tanti calciatori segnalati come il nuovo “George Best”, ma questa è la prima volta che è un complimento per me”.
Ah, dimenticavo, il primo record stabilito da Cristiano è di essere il teenager più costoso della storia del calcio inglese (12,24 milioni di sterline).
Il Manchester United sta attraversando un periodo di rinnovamento, complice lo strapotere del Chelsea di Mourinho, ma al suo primo anno, Ronaldo alza la FA Cup, o coppa d’Inghilterra, in finale col Millwall, segnando il gol d’apertura.



Cristiano inizia a crescere e con lui il Manchester. Mette in bacheca una nuova coppa, la Curling Cup in cui, ancora una volta segna in finale.
Siamo nel 2005. La svolta. Da lì in poi, la promessa, l’astro nascente si trasforma in supernova, esplode e da allora non farà che brillare illuminando tutto il mondo del calcio. Cristiano vince il suo primo campionato con il Manchester United e lo fa da protagonista: 17 gol in Premier League nella quale viene anche nominato giovane e giocatore dell’anno.
Ma è quello successivo il migliore. Nuova affermazione del Man Utd in campionato e vittoria della Champions League. Cristiano capocannoniere di entrambi rispettivamente con 31 e 8 
gol. Ancora miglior giocatore della Premier League, miglior giocatore della Champions League, insomma, Miglior Giocatore e basta. In inverno arriva il Pallone d’Oro.





La stagione 2008-2009 è forse quella a cui sono più legato. Putroppo è l’ultima per Cristiano a Manchester. A fine stagione passerà al Real Madrid polverizzando un altro record, quello per il calciatore più costoso (94 milioni di sterline). Sognava il Real, per differenze anche di cultura, è stato giusto lasciarlo andare, per tutto quello che ha fatto.
Ancora una vittoria in campionato, ancora capocannoniere. E come dimenticare il gol all’Old Trafford agli ottavi di finale che piega l’Inter, o quello decisivo al ritorno col Porto quasi da centrocampo, la doppietta nello stadio dei nemici dell’Arsenal……Indimenticabili. Un vero campione però si deve anche mettere in discussione, ed è giusto che provi nuove sfide quando ha vinto tutto. A Manchester sei già leggenda, ma lo diventerai anche a Madrid.


A Madrid viene accolto da 90000 persone nella sua presentazione al Bernabeu.

Continua a macinare gol con il suo stile fantastico, al primo anno nella Liga sono 29 presenze e 26 gol; in Champions League 6 presenze e 7 gol. Niente trofei, dall’altra parte c’è il Barcellona, troppo forte.


2010/2011: arriva Mourinho a Madrid, forse l’unico modo per dare un’identità a una squadra piena di campioni ma che gioca a caso, e forse l’unico modo per fermare l’egemonia del Barca. Un piccolo passo viene fatto, con la vittoria in Coppa del Re contro gli odiati rivali per 1-0 con gol non lo dico neanche di chi. In campionato e in Champions è ancora il Barca ad avere la meglio, ma nel primo anno di Mourinho, di più non si poteva fare.
I numeri di CR7 sono ancora da record: Pichichi nella Liga con 40 gol in 34 partite (superato il record di Hugo Sanchez e Telmo Zarra); 7 in Coppa del Re e 6 in Champions League: 53 totali.


Con la prossima stagione non posso che sperare e augurargli di continuare a battere i suoi numeri eccezionali e vincere tutto e gli auguro anche di continuare a stare con Irina Shayk ahahahah…..L’ultima era una battuta.
Comunque, che dire, è il più forte, il più grande, il più tamarro, il più di tutto e tutti.
Forza CR7






martedì 17 maggio 2011

La mia personalità

Ho trovato un test sulla personalità su internet e la curiosità ha avuto il sopravvento. Ecco di seguito i risultati, chissà forse è tutta una cavolata, e nessuno capirà mai chi sono veramente.




Modesta forza di volontà. Pare che tu non possieda una forza di volontà molto sviluppata, sebbene non ne sia del tutto sprovvisto. Qualche volta riesci a mantenere le promesse e gli impegni presi, con te stesso come con gli altri, ma non di rado preferisci lasciarti distrarre da altre attività più allettanti, specialmente se si sono presentate all'ultimo minuto. Attenzione però, così facendo faticherai a costruire qualcosa di solido su cui poggiare, rischiando anche di perdere quello che già hai. Sei sempre in tempo per migliorare questo aspetto della tua personalità, se lo vuoi! 


Basso livello di intelligenza emotiva. Il tuo profilo mette in luce un livello di intelligenza emotiva modesto. Non sembri insomma particolarmente abile nel cogliere le emozioni e le motivazioni più vere che spingono te stesso e gli altri ad agire in un determinato modo piuttosto che in un altro. Del resto non è facile entrare in contatto profondo con la propria parte emozionale, e se non si è in grado di farlo diventa impossibile poterlo fare anche con gli altri. L’intelligenza emotiva è una qualità poco apprezzata nella nostra società iper-razionale e schematica, sebbene tale qualità potrebbe rendere i rapporti umani estremamente più appaganti e sinceri. Ti consigliamo di chiederti sempre il perché delle emozioni e delle sensazioni che provi, lasciandole correre libere e permettendo loro di esprimersi fino in fondo. 

Buon livello di autocontrollo: il tuo è il giusto equilibrio tra impulsività e autocontrollo. Sei sempre (o quasi sempre) consapevole della situazione in atto, dunque riesci a comprendere quando puoi permetterti di agire più impulsivamente e quando è meglio evitarlo. Complimenti! Questa tua capacità è molto importante, perché ti permette di esprimerti al meglio in ogni situazione, senza rischiare troppo di esagerare in un senso o nell'altro. Sviluppa ulteriormente questo aspetto di te stesso affinando le tue valutazioni circa le più diverse situazioni. Non appari né particolarmente controllato né pericolosamente impulsivo, riesci a situarti nel giusto mezzo, così generalmente questo tuo modo di fare viene apprezzato e chi ti conosce sa che qualsiasi cosa accada, la tua reazione sarà appropriata: devi esserne orgoglioso!

Inroverso o estroverso? Sei una persona equilibrata, non troppo concentrata sul proprio mondo interno ma nemmeno eccessivamente dipendente dalla realtà esterna. Ti piace stare con gli altri ma sei anche in grado di stare da solo, analizzare il tuo mondo interiore e comunicare con te stesso

Alto livello di empatia. Questo significa che sei una persona capace di percepire lo stato emotivo degli altri nella maggioranza dei casi, e ciò ti permette di condividere con loro emozioni e stati mentali. Possiedi dunque la capacità di sintonizzarti con le emozioni ed i sentimenti di chi hai di fronte, senza tuttavia perdere la tua individualità e diventare un tutt'uno con l'altro. Essere empatici non significa infatti provare ciò che prova un'altra persona mettendosi nei suoi panni, ma 'sentire' ciò che essa prova pur mantenendo viva la propria unicità.

Esibizionismo sostenuto. Presenti una percentuale di comportamenti esibizionistici abbastanza elevato e a tratti preoccupante. Se hai ottenuto un punteggio tanto alto significa che sei un individuo che ricerca l’attenzione altrui attraverso l’esposizione della propria persona. Tale comportamento non è salutare e generalmente non porta a nulla di positivo. Nota poi che gli esibizionismi sono spesso molto spiacevoli per chi li subisce, in quanto vengono percepiti come una invasione del proprio spazio personale.

Discreta permalosità. Le tue risposte al test suggeriscono la presenza di un medio livello di permalosità. Non di rado percepisci attacchi personali o critiche laddove non vi era alcuna intenzione di offenderti da parte del tuo interlocutore. Ti riesce dunque difficile controllare le tue reazioni d'impulso alle parole delle altre persone, anche se a volte riesci a farlo con successo. Questo significa che possiedi tutti gli strumenti necessari per sviluppare ulteriormente la tua capacità di controllo. Cerca di non dare mai troppo peso alle parole altrui e, quando qualcosa non ti è chiara, non lasciarti sopraffare dall'emotività ma chiedi immediatamente spiegazioni. 

 Vanità galoppante. Presenti un grado di vanità elevato e a tratti preoccupante. Se hai ottenuto un punteggio tanto alto significa che sei una persona che da molta importanza alle apparenze e che tende a dedicare molte energie alla ricerca dei complimenti e degli apprezzamenti altrui! Non c’è niente di male nel curare il proprio aspetto e la propria esteriorità, però il gioco diventa pericoloso quando si perde il reale valore delle cose e si fa di tutto per apparire diversi (o migliori!) da ciò che si è realmente. 

Sincerità, ma fino ad un certo punto... Apprezzi la sincerità e spesso risulti essere piuttosto sincero, ma trovi che ci siano situazioni in cui una piccola bugia possa risultare utile ed evitarti qualcosa di spiacevole; si tratta sempre di bugie 'a fin di bene' a tuo parere... ma forse qualche volta c'è dietro un po' di malizia. 

Elevata autostima. Possiedi un livello di autostima piuttosto elevato, il quale evidenzia una spiccata tendenza a credere in te stesso e nelle tue capacità; sei dunque capace di affrontare la vita quotidiana in modo deciso, e davanti ad una difficoltà non perdi coraggio; sei una persona motivata che non si lascia spaventare dai problemi. Conosci i mezzi a tua disposizione e generalmente non ti vergogni di chiedere aiuto né di ammettere i tuoi limiti; allo stesso modo non ti tiri indietro nell'aiutare qualcun altro. Cerca di mantenere questa sana autostima evitando di eccedere, magari sconfinando nel narcisismo... ricordati sempre di ascoltare ciò che gli altri hanno da dirti.

-Ascoltatore medio- In generale mostri la capacità di ascoltare gli altri senza distrarti e cercando di cogliere gli aspetti salienti di ciò che viene detto, ma a volte i tuoi pensieri o la voglia di fare altro prendono il sopravvento e finisci per perdere il filo della conversazione, con il risultato di fare finta di aver capito tutto quando invece ti stai chiedendo ancora chi era il soggetto del discorso... Cerca di ascoltare sempre le persone con cui interagisci e dare loro l'attenzione che meritano. Se sai di avere un pensiero o un appuntamento che ti impediscono di concentrarti puoi rimandare il discorso, ma non seguirlo per metà. Il tuo interlocutore apprezzerà la tua sincerità e saprà di potersi fidare di te in futuro.

Buona dose di serietà. Sembri essere una persona abbastanza seria e affidabile, sebbene il tuo punteggio non raggiunga livelli eccelsi. In ogni caso il tuo risultato è più che dignitoso e noi ti consigliamo di continuare a dedicare attenzione e scrupolo alle cose che fai e ai rapporti interpersonali che intrattieni. Crediamo che per essere seri e responsabili sia necessario sapersi mettere nei panni degli altri, comprendendo le loro esigenze e le loro aspettative. Una persona poco attenta ai pensieri e ai bisogni altrui difficilmente potrà mostrarsi seria e affidabile. 

venerdì 13 maggio 2011

Super Clasico

Torno sul blog dopo un lungo tempo d’inattività, dovuta più che alla mia pigrizia, al fatto di dover passare Anatomia I a tutti costi. Bene, ora che tale esame è stato archiviato con successo, posso tornare ad aggiornare con entusiasmo il mio blog.
Di cosa parliamo oggi? Bè di un evento noto a molti, interessante per tanti, insignificante per la maggior parte: il Super Clasico.
Prima domanda: cos’è il Super Clasico?
Con tale denominazione vengono chiamate le partite tra Real Madrid vs Barcellona. Tra la fine di aprile e i primi di maggio abbiamo assistito a ben 4 di queste partite, disputate per 3 competizioni diverse.
Partiamo dalla prima: 16 Aprile, Estadio Santiago Bernabeu, Madrid. Real Madrid – Barcellona
1-1. Delle quattro sfide questa era certamente quella che contava meno da un punto di vista della competizione, in quanto la Liga era già ampiamente nelle mani del Barcellona e una vittoria del Real Madrid avrebbe cambiato poco. D’altro canto dal punto di vista morale poteva spostare gli equilibri da una parte o dall’altra. Dopo il 5-0 subito dal Real Madrid al Camp Nou di Barcellona questo inverno, una nuova sconfitta da parte dei Blancos poteva uccidere psicologicamente la squadra di Mourinho.
Ma veniamo alla partita. Due squadre diverse, l’una il Barcellona, espressione del calcio più puro, della semplicità unità all’efficacia; l’altra il Real Madrid, forte fisicamente e atleticamente, molto compatta e micidiale nelle transizioni. Questo è ciò che si vede in campo: i blaugrana monopolizzano il possesso di palla, i blancos si difendono in 11 e ripartono in velocità. Nel secondo tempo l’episodio chiave: Raul Albiol stende Villa in area, rigore per il Barca e espulsione del difensore del Real Madrid. Messi dal dischetto e 0-1. A questo punto una squadra sola tiene il possesso di palla e per il Real sembra in arrivo il colpo del KO. Invece la squadra di Mourinho, dando prova del carattere che distingue le squadre dello Special One, tiene botta e pareggia a pochi minuti dalla fine con un altro rigore trasformato da Cristiano Ronaldo. Pareggio giusto, Barcellona più forte, niente di strano.
20 Aprile, Mestalla di Valencia, Finale di Coppa del Re. Barcellona – Real Madrid 0-1. Questa volta i giocatori del Barcellona appaiono un po’ più stanchi ma ci vuole un ottimo Casillas per arrivare ai supplementari. E lì la forza fisica e atletica del Real ha la meglio: dopo più di 100 minuti di partita Di Maria ha ancora le forze per arrivare in fondo all’out di sinistra e far partire un cross che CR7 scaraventa di testa in porta. Sarà il gol della vittoria. Morale: il Barcellona è comunque un gradino sopra ma il Real c’è, e con Mourinho in panchina e Ronaldo in campo tutto è possibile.
27 Aprile, Estadio Santiago Bernabeu, Andata della Semifinale di Champions League.
Real Madrid – Barcellona 0-2.
Cosa dire di questa partita? Che i giocatori del Barcellona oltre a essere i più forti del mondo, sono sicuramente gli attori più bravi. 90 minuti a mettere in atto oscene simulazioni e scene di teatro che hanno portato l’arbitro ad espellere a inizio secondo tempo Pepe. Dopo due gol fantastici di Messi, Barcellona ancora una volta superiore, Real e Mourinho criticati di difensivismo però fino all’espulsione, partita sullo 0-0 e Barcellona con poco più di 1 tiro in porta. Il giorno dopo tutta la stampa a elogiare una squadra fantastica ma che non ha bisogno di ricorrere a questi mezzucci e a denigrare l’altra che da tali gesti è stata affondata. Morale parte 2: quando il Barcellona con le sue forze è in difficoltà (se così si poteva chiamare), forze estranee ma molto potenti entrano in gioco e la strada si spiana.
Il ritorno del 3 maggio in teoria è una formalità. Ma anche in pratica, anche stavolta ci pensa l’arbitro a farlo diventare tale: inizio secondo tempo, Ronaldo al limite dell’area nel servire Higuain viene spinto da dietro da Pique e nel cadere urta Mascherano che a sua volta cade. Higuain nel frattempo segna. Ora, la norma del vantaggio vorrebbe che, non fischiando il fallo a Ronaldo, l’azione venga fatta proseguire e quindi il gol convalidato. Ci sarebbe una seconda chiave di lettura (già molto discutibile): l’arbitro può annullare il gol e fischiare la punizione dal limite al Real Madrid. Inutile dire che l’abitro scegliela terza opzione: annullare il gol al Real Madrid e palla al Barcellona. Nessuno può dirlo ma forse un gol a inizio seconda tempo qualcosa poteva cambiare, quantomeno a livello psicologico. Poco dopo infatti segnerà il Barcellona; vantaggio pareggiato poi da Marcelo. Finale 1-1 e Barcellona in finale a Wembley.
Morale parte 3: va in finale la squadra più forte, quella che più ha meritato, quella che gioca il calcio più sublime, ma il Real Madrid nel gridare al “furto” ha tutte le ragioni, perché giocare contro i Blaugrana è già difficile di per sé, impossibile se anche l’arbitro è dalla loro parte.


domenica 3 aprile 2011

Teoria del Caos

Finalmente un post serio, direte voi......Si, in effetti è così. Oggi cari lettori ci cimenteremo con la Teoria del Caos, un argomento alquanto complesso e interessante che cercherò di farvi capire semplificandolo il più possibile. 
La Teoria del Caos riguarda appunto i cosiddetti sistemi "caotici". Definiamo un sistema "caotico" quando presente le seguenti caratteristiche:
1) Sensibilità alle condizioni iniziali (es. il fumo di più fiammiferi accesi in condizioni macroscopicamente simili, segue a volte traiettorie molto differenti);
2) Imprevedibilità (non si può prevedere in anticipo l'andamento del sistema su tempi lunghi rapportati al tempo caratteristico del sistema a partire da assegnate condizioni);
3) L'evoluzione del sistema, è descritta da innumerevoli orbite che restano confinate entro un spazio definito (il sistema non evolve verso l'infinito per nessuna variabile).


Il 29 dicembre 1979, il fisico Edward Lorenz, presentò alla Conferenza annuale dell'American Association for the Advancement of Science, una relazione in cui ipotizzava come il battito delle ali di una farfalla in Brasile, a seguito di una catena di eventi, potesse provocare una tromba d'aria nel Texas. L'insolita quanto suggestiva relazione, dette il nome al cosiddetto Butterfly Effect, l'effetto farfalla. 
L'effetto farfalla sottolinea come nella maggior parte dei  sistemi biologici, chimici, fisici e sociali, esistano degli elementi che, apparentemente insignificanti, sono in grado, interagendo tra loro, di propagarsi e aplificarsi producendo effetti catastrofici. 


Diamo ora una definizione della Teoria del Caos, o meglio la Teoria dei Sistemi Dinamici non lineari. I comportamenti della maggior parte fenomeni della natura e dell'uomo non procedono con ritmi che si ripetono ma, dopo un periodo regolare, presentano in modo inaspettato una biforcazione in un punto critico che si moltiplica fino a generare una turbolenza.  Un flusso regolare si scompone in vortici e mulinelli. La turbolenza genera entropia: disordine, casualità. Tuttavia le parti scomposte, i vortici nel moto di fluidi, non fuggono via, ma restano vicini, pur seguendo regole proprie. Ciò avviene per un fenomeno che dà luogo ai cosiddetti "attrattori strani". Esso mescola ordine e disordine, rendendo, pur nella complessità, misurabile l'entropia. Dunque la turbolenza si produce restando all'interno di una fase. Alla fine dell'intero processo si produce una autoorganizzazione in una situazione nuova, che a sua volta può produrre un altro momento caotico e così via. 
Nella vita della natura sono pochi i fenomeni lineari, mentre quelli caotici dominano. Sono caotici i liquidi nella loro dinamica, è dunque caotico il movimento del cuore, che è la pompa di un liquido (un cuore sano ha un ritmo caotico, un cuore malato ha un ritmo sempre più regolare); la salute è caotica, la malattia regolare. 
L'equilibrio nei fenomeni dinamici poggia sul rapporto tra caos e non caos, il che comporta la necessità di riformulare il concetto di stabilità nelle dinamiche della materia organica e inorganica, per questo, il biologo e il medico debbono riconsiderare l'omeostasi come equilibrio tra le componenti caotiche e ordinate dei fenomeni biologici. 
I modelli del caos possono essere applicati anche alla patogenesi delle malattie. La caoticità di ogni sistema fornisce a esso la flessibilità tale da poter variare con facilità il proprio comportamento. 
Un esempio tipico di questo fenomeno di adattabilità sono le modificazioni del ritmo cardiaco. E' stato riportato che la frequenza cardiaca di un soggetto sano varia nel tempo con periodicità intrinsecamente caotica e non, come si riteneva, secondo un normale ritmo sinusale influenzato solo dai sistemi omeostatici. Il battito cardiaco normale non è perfettamente regolare nei soggetti sani ma presenta ampie variazioni che mostrano dinamiche caotiche. 
La malattia, in questa visione, sarebbe la perdita dell'equilibrio, o della capacità di assorbire le perturbazioni. 
In conclusione, introdurre i concetti di caos e complessità nel campo della medicina costituisce un aiuto a interpretare fenomeni che finora erano considerati talmente complicati da poter essere affrontati unicamente con il classico metodo analitico-riduttivo, ossia scomporli nelle loro parti le quali poi possano essere analizzate una per una. Se il metodo riduttivo è stato ed è fondamentale per la conoscenza dei singoli particolari, le metodologie introdotte dallo studio dei sistemi caotici, sono e saranno sempre più importanti per la comprensione del funzionamento dei sistemi in cui molti singoli particolari sono integrati in un quadro strutturale o funzionale d'insieme. 

sabato 2 aprile 2011

Assignment 4

Ecco l’ennesima novità per un profano di computer quale sono io: il Social Bookmarking. E’ un strumento attraverso il quale possiamo creare una pagina personale in cui riunire tutte le pagine preferite, che visitiamo abitualmente. In pratica è simile alla casella “Preferiti” di Internet ma molto più ordinato.
Penso che l’utilità di questo strumento sia abbastanza soggettiva. Per esempio, per me è abbastanza inutile. Prima di tutto non sono molte le pagine che visito abitualmente e poi non mi piace avere tutto schematizzato in un angolino. Inoltre ho uno strumento molto più efficiente del Social Bookmarking e cioè il mio cervello e benchè spesso io stesso dubiti delle sue capacità, riesce ancora a tenere in archivio molte informazioni per poi tirarle fuori quando ne ho più bisogno.
Comunque non voglio essere del tutto negativo e cercando di trovare una scappatoia in favore del Social Bookmarking, posso dire che magari in futuro potrebbe essermi utile, quando per studio o per lavoro, dovrò tenermi aggiornato su migliaia di dati. Sicuramente, non lo nego neanch’io, è un modo più veloce per accedere ai tuoi dati, siti, preferiti ecc. 

Assignment 3

Crescita, informazione, sviluppo, progresso: tutti temi sui quali si riscontrano una grande varietà di opinioni.
Partiamo dalle origini: cosa vuol dire progresso?? La parola deriva dal latino e indica l'azione di muovere il passo in avanti. Progresso potrebbe quindi essere tutto ciò che h rappresentato e rappresenta una trasformazione qualitativamente e quantitativamente significativa nel nostro modo di vivere.
Non possiamo negare i risultati raggiunti da un punto di vista scientifico-tecnologico ad un ritmo sempre più accelerato o, se volete, esponenziali. Dalla parte opposta però ci sono ansie e inquietudini causate appunto dal progresso perchè questo non distribuisce con uniformità i suoi prodotti e risultati minacciando paradossalmente la qualità della vita che avrebbe voluto migliorare.
Ecco che da queste premesse si originano linee di pensiero diverse che cercano di rispondere a una stessa domanda: il progresso è utile??
"Abbiate fiducia nel progresso, che ha sempre ragione, anche quando ha torto, perchè è il movimento, la vita, la lotta, la speranza". Questo diceva Marinetti.
Di contro, cito Manzoni "Non sempre ciò che vien dopo è progresso" e Henry Ford "C'è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti".
Personalmente, essendo a differenza di tanti che hanno commentato l'articolo "Coltivare le connessioni" ottimista di carattere, accolgo favorevolmente le novità. Per me il progresso è necessario, è una forza dirompente che abbatte tutte le barriere, dolorosamente, pericolosamente forse ma è insito in quella che è l'essenza della nostra vita, il Panta Rei di Eraclito per cui tutto scorre e niente è fermo. Detto questo non voglio asserire che ogni cosa che è progresso porti vantaggi per tutti: ricordiamoci che ogni medaglia ha due facce. E dopotutto come potrebbe, in un mondo governato dalla legge del più forte darwinianamente parlando.
Riguardo Internet, penso che sia uno strumento molto utile, sempre nella giusta misura. A me, per esempio, permette di fare molte cose: studiare, informarmi, parlare con amici e anche distrarmi e non per questo, il suo utilizzo, mi impedisce di cogliere il lato più profondo delle cose e degli eventi che ci circondano.


A conclusione, visto il pessimismo generale che regna, pubblico questo video per la citazione finale.
Sicuro di avervi annoiati per 10 minuti, a presto,
Dexter.

mercoledì 30 marzo 2011

domenica 27 marzo 2011

Assignment 1

Eccoci dunque al primo Assignment indicato dal professore: come trovare i Feed RSS. Innanzitutto chiariamo che cosa sono per i profani come me, per esempio, che fino a qualche giorno fa ne ignoravo completamente l'esistenza. Non sapendo descriverli meglio, riporto la spiegazione che fornisce Wikipedia sotto tale voce: "Il Feed Web è un'unità d'informazioni formattata secondo specifiche (di genesi XML), stabilite precedentemente. Ciò per rendere interoperabile ed interscambiabile il contenuto tra le diverse applicazioni o piattaforme. Un Feed è usato per fornire agli utilizzatori una serie di contenuti aggiornati di frequente. I distributori del contenuto rendono disponibile il feed e consentono agli utenti di iscriversi. L'aggregazione consiste in un insieme di feeds accessibili simultaneamente, ed è eseguita da un aggregatore Internet. L'uso principale dei Feed RSS attualmente è legato alla possibilità di creare informazioni di qualunque tipo che un utente potrà vedere molto comodamente, con l'aiuto di un lettore apposito, nella stessa pagina, nella stessa finestra, senza dover andare ogni volta nels ito principale".
Tutto chiaro?? No, certo che no. Per facilitarvi la comprensione vi spiegherò brevemente e in modo pratico come poterli trovare in alcuni siti di mia frequentazione.
Prendiamo in esame il sito Sportmediaset.it che uso per aggiornarmi sulle notizie di sport in generale. In altro a destra c'è una finestra di ricerca. Basta scrivervi "feed rss" e si aprirà una pagina con due opzioni: "Gli RSS di Sportmediaset" e "Clicca e installa gli RSS di Sportmediaset". Niente di più facile stavolta.
Sul sito de "La Gazzetta dello Sport" appare una piccola icona arancione in alto in posizione centro-destra con scritto RSS: un clic e poi ci sono tutte le istruzioni per l'uso e i vari link.
Se ancora non ci avete capito nulla e siete proprio "duri" provate con questo video altrimenti il miglior consiglio che posso darvi è: RINUNCIATE!!!!!
A presto dal vostro amato Dexter

sabato 19 marzo 2011

WhErE DrAgOnS RuLe

Sono già al quinto post e non ho ancora parlato di musica. Perciò pubblico questa canzone dei Dragonforce, facente parte del loro primo album "Valley of Damned". La canzone è un bonus track che la band dedicò al Giappone quindi quale momento più opportuno di questo per riascoltarla......

giovedì 17 marzo 2011

Ciak, si gira!

Parliamo di cinema. Premetto che non sono un assiduo frequentatore di multisale, mi è veramente difficile stare due ore a sedere in una poltroncina e in silenzio e mi annoio molto facilmente pertanto, a meno che il film non sia veramente di mio interesse, preferisco guardarmeli a casa.
Preparatevi a quanto vi starò per dire perché per la maggior parte di voi sarà uno shock. Ebbene tutti hanno un attore o un’attrice preferito; ognuno stabilisce i propri criteri di valutazione (recitazione, ruoli, doppiaggio, bellezza ecc….). Probabilmente il mio attore preferito non comparirebbe nemmeno nelle prime cento posizioni di ogni criterio da voi stabilito. Ma chi sarà mai questo pseudo-attore vi chiederete?! Bè, nientemeno che il grande mitico codino invincibile: Steven Seagal. Se volete farvi un po’ di risate vi consiglio di leggere cosa dice Nonciclopedia al riguardo (e probabilmente hanno anche ragione). Ora che forse, dopo esser caduti dalla sedia con attacchi di epistassi, vi state riprendendo posso spiegarvi il perché di questa preferenza: innanzitutto sono un amante di tutti quei film di azione in cui ci sono sparatorie, lotte corpo a corpo e cose di questo tipo e i film a cui Steven Seagal prende parte rientrano in questa categoria e poi perché è semplicemente invincibile. Ok, ok, per molti di voi forse il fatto che in tutte le sue azioni di guerriglia non subisca nemmeno un taglio ad una guancia è motivo di derisione/denigrazione del ruolo del personaggio ma per me il bello è proprio questo: Steven Seagal rispecchia il prototipo di eroe perfetto che io ricerco (quando ero piccolo mi piaceva Goku ma qualche volta ne “busca” anche lui).
Ora che l’identità del mio attore preferito è nota passiamo ai film.
Ho sempre odiato e continuo a odiarli tutt’ora tutti quei film pseudo-comici di matrice italiana i cui protagonisti tentano di suscitare risate per il loro modo di esprimere il dialetto di appartenenza o per le loro disavventure romantiche quindi cestiniamo pure i vari Aldo, Giovanni e Giacomo, De Sica e quant’altro.
Le categorie di film che prediligo sono: film d’azione (amo la serie Arma Letale, Die Hard ecc….), thriller vari, fantascienza (Indipendence Day, Armageddon).
Ovviamente ci sono anche tanti film che pur reputando di fattura orribili, guardo piacevolmente in una giornata particolarmente noiosa in cui non so che fare (tra questi la serie Scream e tutti gli horror e le commedie di origine americana, i B-Movie del tipo Komodo vs Kobra, Aracnofobia, Frankenfish ecc..).
Poi ci sono quei film che sono sacri per me: Tremors, Lo Squalo, Duel, Rocky e qualche altro che al momento non ricordo.
A conclusione ci sono due Colossal che sono anche i miei due film preferiti in assoluto, che non mi annoio mai di vedere e che ogni volta, mi sembra la prima volta che lo guardo: Titanic e Avatar. Non per questo sono un particolare ammiratore di James Cameron, amo questi film in ogni loro particolare: trama, cast, musiche, scenografie……
In particolare c’è una scena in ognuno di questi film che mi colpisce sempre: in Avatar, quando Jake (il Marine sulla sedia a rotelle che prende il posto del gemello nel Programma Avatar) entra per la prima volta nel corpo dell’Avatar e, scoprendo di poter camminare al contrario del suo corpo vero, inizia a correre “sentendo” proprio la terra sotto i suoi piedi e assaporando di nuovo la felicità; in Titanic quando, per raggiungere la scialuppa tornata indietro, Rose stacca Jack, ormai morto, dalla piattaforma in cui era aggrappata (per me qui si raggiunge il massimo del “drammatico” in un film).
Bene ho concluso, che posso dirvi, buona lettura e commentate (magari anche con i vostri film preferiti).

martedì 15 marzo 2011

100 Anni, 2 Giorni dopo

In realtà il titolo esatto di questo post sarebbe dovuto essere "100 giorni, 2 anni dopo" ma ho invertito "anni" con "giorni" proprio per dare l'idea di come passa il tempo. Partiamo quindi da "100 Giorni, 2 anni dopo". Come avrete capito questo post si riferisce al fatidico giorno da cui passano tutti, o quasi: i 100 giorni all'esame (di stato). Quest'anno cadeva ieri (14 Marzo) e questa ricorrenza mi ha ricordato di quando ero io a festeggiarla. E' stato per me un giorno importante, è il momento in cui prendi definitivamente coscienza che sei alla fine di un percorso e che, per andare oltre, davanti a te, hai una montagna da scalare che sembra invalicabile. Fino a quella data puoi trovare scuse, appigli come "c'è ancora tempo, manca tanto bla bla bla". Dopo i 100 giorni l'esame è dietro l'angolo. Devo dire che, per quanto sia stato sicuramente un periodo non facile (la tensione, le paure varie), ora col senno di poi vorrei trovarmi ancora in quella situazione e provare di nuovo quelle sensazioni (anche di paura, perchè no). Ho voluto parlare dei 100 giorni perchè mi offrivano l'appiglio per un tema di gran lunga più importante. Ci arriverò gradualmente e come esempio (seppur molto riduttivo) utilizzerò la mia classe delle superiori. Non siamo mai stati una vera e propria classe, non eravamo uniti, c'erano vari gruppetti e ognuno diciamo che "tirava l'acqua al suo mulino". Poi arrivarono i fatidici 100 giorni e qualcosa cambiò. Evidentemente tutti ci rendemmo conto di essere in una situazione di difficoltà comune e all'improvviso, la classe iniziò a muoversi tutta in un senso: la paura dell'esame ci aveva in qualche modo uniti. Ovviamente questo esempio è stato utilizzato solo al fine di comprendere il messaggio vero in quanto i VERI problemi del mondo sono altri, non certo un esame di stato. Quello che voglio dire è che è una condizione abbastanza comune il fatto di aiutarsi comunemente nei momenti di difficoltà condivisa: prestando attenzione ai fatti di attualità e considerando il terremoto che ha messo in ginocchio il Giappone posso dire che ora tanta gente vorrebbe fare qualcosa per aiutare il popolo giapponese. Sicuramente l'aiutarsi nelle difficoltà è una cosa bella ma il mondo probabilmente sarebbe migliore se tutti ci aiutassimo a vicenda sempre, anche nei momenti più felici.
Spero che nel mio pessimo italiano e con i miei discorsi contorti sia riuscito a far passare lo stesso il messaggio. Vi saluto e al prossimo "appuntamento" con "Pensieri in Libertà".

domenica 13 marzo 2011

La Maglia Viola

Oggi è domenica, una domenica piovosa per altro e molto triste. Non c'è granchè da fare, non è proprio il clima per uscire, certo puoi studiare un pò ma giusto la mattina. Il pomeriggio punta in una sola direzione: Serie A. E come dice Dante nel Canto V dell'Inferno, "Or incominciano le dolenti note". Almeno per me. Ebbene la mia non è una condizione felice e privilegiata ma il fato ha voluto che fin da piccolo, provassi gioie e dolori per quella maglia: la maglia viola. Eh si, per noi tifosi della Fiorentina le soddisfazioni arrivano davvero con parsimonia ma volendo scavare nella mia memoria ci sono state qualche soddisfazioni seppur quasi sempre immerse in un lago di sofferenze. Al primo posto non posso che mettere una vittoria contro Lei, l'innominabile e innominata, i cui tifosi sono notoriamente chiamati "gobbi". E non fu una vittoria qualsiasi, uno di quei tristissimi 1-0 a cui la Fiorentina delle ultime stagioni ci ha spesso abituato: fu un 3-0. E il piacere aumenta nell'elencarvi i marcatori: il vantaggio lo firmò Aldo Firicano, seguito da Luis Airton "Lulù" Oliveira e "Spadino" Robbiati a chiudere il conto. Al secondo posto una magica notte di Champions League: la cornice è lo stadio Highbury di Londra, l'avversario è l'Arsenal e la posta in palio è la qualificazione alla seconda fase.Come dimenticare, a 15 minuti dalla fine, la bomba del "Re Leone " Batistuta che gonfia la rete e zittisce tutto lo stadio, permettendo la nostra qualificazione a discapito degli inglesi. Per concludere, nell'ultimo posto del podio, non posso che metterci quel Fiorentina-Perugia 1-1 che, dopo aver vinto 1-0 in trasferta, sanciva il nostro ritorno nella massima serie dopo due anni di umiliazioni costretti a giocare in piccoli paesini che nemmeno facevano provincia.
Che dire quindi, è una sofferenza, ma sono felice di tifare per questa maglia.
Buona notte e nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, finchè morte non ci separi, Forza Viola!

giovedì 10 marzo 2011

Presentazione

Eccomi, dopo qualche giorno, vincendo la mia pigrizia riesco a creare il mio blog. Mi presento. All'anagrafe Simone Orlandini nato a Pistoia il 7 Maggio 1990 ma questo non ha importanza. Per voi sarò semplicemente Dexter. E' da qui che bisogna partire. Perchè Dexter?? Appena le persone sentono questo nome o lo notano nel mio profilo di facebook ecco subito scattare con la domanda "Ma chi Dexter quello con i capelli rossi??". Primo punto da chiarire: non sono quel Dexter. Io sono un Dexter molto più interessante, ovvero il protagonista dell'omonimo telefilm. Questi nel telefilm è un serial killer che, per placare i suoi istinti omicidi, uccide le persone che nella vita hanno compiuto peccati gravi. Calma, calma, non v'impaurite. Non sono un serial killer. Il soprannome mi è stato affibbiato, diciamoooo, per alcune mie stranezze o per meglio definirle estrosità. Ora non starò qui a farvi un elenco, pian piano, nel progredire di questo blog magari scoprirete di più sulla mia nascosta e "oscura" personalità.
Bene. Ora che sapete come rivolgermi a me continuiamo con la presentazione.
Frequento il primo anno della facoltà di medicina. E' sempre stato il mio desiderio e sono felice si aver avuto questa opportunità. Perchè scegliere medicina quando tutti gli amici non fanno altro che ricordarti il "culo" che ti dovrai fare e il fatto che non uscirai più di casa?? Fin da piccolo sono sempre stato un bambino curioso e nel crescere queste curiosità si sono indirizzate verso la struttura umana e sul come siamo fatti. Questo è il primo motivo. Il secondo nasce dal desiderio di dominare le paure. Tutti noi proviamo paura, è uno dei sentimenti più profondi e complessi dell'essere umano, è una sensazione che ha spinto nei secoli intere razze a sopravvivere. Io ho paura delle malattie, o meglio dell'ignoranza in cui si trova chi ha un male che non conosce e non riesce a spiegarsi. Tramite la Medicina potrei arrivare a conoscere meglio queste paure e magari a sconfiggerle. Come terzo motivo posso solo dire che in un mondo in cui tutti i giorni sentiamo notizie di esseri umani che tolgono la vita ad altri esseri umani, avere la possibilità di salvarne di vite sia una delle cose più belle che una professione possa dare.
Sapete già qualcosa in più rispetto a prima. Sono sincero ora sono un pò stanco e stufo di scrivere perciò vi saluto cari amici di blog e vi do appuntamento al prossimo post, di cosa parlerà nessuno può dirlo, neanche il sottoscritto in quanto qui siamo a Pensieri in Libertà. Ciao ciao